Multa per guida con il cellulare: ricorso?

Si può impugnare una multa, con la quale viene contestato l’uso del cellulare durante la guida?

Secondo l’ordinanza n.12925/25 della Corte di Cassazione, la risposta è ovviamente sì, ma con dei limiti molto importanti.

In effetti, può certamente capitare che un vigile si sbagli, ritenendo che un automobilista stia usando il telefono mentre guida, anche se in realtà non è così.

In questi casi, però, non basta impugnare il verbale, sostenendo, per l’appunto, che l’agente abbia commesso un errore.

Non basta, perché “il verbale di accertamento dell’infrazione fa piena prova, fino a querela di falso, con riguardo ai fatti attestati dal pubblico ufficiale rogante come avvenuti in sua presenza e conosciuti senza alcun margine di apprezzamento o da lui compiuti, nonché alla provenienza del documento dallo stesso pubblico ufficiale ed alle dichiarazioni delle parti, mentre la fede privilegiata non si estende agli apprezzamenti ed alle valutazioni del verbalizzante né ai fatti di cui i pubblici ufficiali hanno avuto notizia da altre persone, ovvero ai fatti della cui verità si siano convinti in virtù di presunzioni o di personali considerazioni logiche”.

Ma che significa?

In parole povere, significa che, per contestare tutto quello che l’agente dice di aver visto personalmente, non basta un semplice ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace, ma occorre incardinare, davanti al Tribunale, un vero e proprio giudizio di querela di falso, nel corso del quale l’automobilista multato dovrà offrire la prova – tutt’altro che semplice – dell’errore commesso dall’agente.

Se non si propone la querela di falso e non si dimostra in quella sede l’errore del vigile, il ricorso contro la multa è destinato ad un pressoché certo rigetto.

Avv. Mauro Sbaraglia

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