Mantenimento per i figli: no alle spese straordinarie in misura fissa

Quando viene stabilito un assegno di mantenimento per i figli, viene disciplinata anche la corresponsione di una somma per le spese straordinarie (mediche, sportive, ecc.).

Di solito queste spese vengono suddivise tra i genitori al 50%, ma può anche accadere che le percentuali decise dal Tribunale siano diverse, se uno dei due genitori beneficia di un reddito maggiore dell’altro.

Del resto, la Cassazione ci ricorda che, nello stabilire l’assegno e nel quantificare le percentuali delle spese straordinarie, il Giudice deve compiere una valutazione ponderata dei redditi dei due genitori, del loro presumibile tenore di vita, della loro eventuale disparità reddituale, delle esigenze di vita dei figli e dei tempi di permanenza dei minori presso i genitori.

La suddivisione delle spese straordinarie può dare adito talvolta a contrasti tra i genitori, soprattutto quando uno dei due prenda delle decisioni e sostenga delle spese straordinarie senza interpellare l’altro.

Per evitare questo rischio è abbastanza diffusa la prassi di predeterminare l’importo delle spese straordinarie: all’assegno di mantenimento viene aggiunta un’ulteriore somma fissa, che viene corrisposta mensilmente, indipendentemente dalle spese straordinarie effettivamente sostenute e/o necessarie.

Questa pratica è legittima? Secondo la Corte di Cassazione, no.

Con l’ordinanza n.1562/20, la Corte ha infatti sostenuto: “devono intendersi spese “straordinarie” quelle che, per la loro rilevanza, la loro imprevedibilità e la loro imponderabilità esulano dall’ordinario regime di vita dei figli, cosicché la loro inclusione in via forfettaria nell’ammontare dell’assegno, posto a carico di uno dei genitori, può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dall’art. 155 c.c. e con quello dell’adeguatezza del mantenimento, nonché recare grave nocumento alla prole, che potrebbe essere privata, non consentendolo le possibilità economiche del solo genitore beneficiario dell’assegno “cumulativo”, di cure necessarie o di altri indispensabili apporti”.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che le spese straordinarie non devono essere predeterminate, per evitare che:

  1. la somma fissa corrisposta mensilmente sia più alta o più bassa di quella che sarebbe in realtà dovuta, in violazione del principio secondo il quale i genitori devono contribuire al mantenimento dei figli in modo proporzionale;
  2. i figli subiscano un pregiudizio (venendo privati di cure importanti, di un’opportunità di studio, ecc.); ciò accade se la somma fissa sia troppo bassa e l’altro genitore non sia in grado di versare la parte mancante della spesa straordinaria.

Per evitare che accada ciò, la Cassazione ritiene che le spese straordinarie non debbano essere predeterminate e che i genitori debbano accordarsi di volta in volta.

Quella della Cassazione è certamente una soluzione più complessa, che richiede maggiore collaborazione tra i genitori e che può creare attriti, ma è anche quella più giusta e che salvaguarda maggiormente i figli.

Avv. Mauro Sbaraglia