Se il vicino ti ostruisce la veduta…

Con l’approssimarsi della primavera chi ha un giardino potrebbe pensare di sfruttarlo un po’ di più, magari facendo costruire una struttura coperta.

Ottima idea, ma attenzione a non ledere i diritti dei vicini.

Infatti, anche se il giardino si trova all’interno di un condominio, bisogna fare attenzione a rispettare la distanza prevista dall’art. 907 c.c. (tre metri), in modo da non ostacolare la veduta dei condomini dei piani superiori.

Il 27 febbraio scorso la Corte di Cassazione ha infatti ricordato che il rispetto delle distanze previste dal codice civile vale anche se le unità immobiliari facciano parte dello stesso condominio.

In particolare, nell’ordinanza si legge che “il proprietario del singolo piano di un edificio condominiale ha diritto di esercitare dalle proprie aperture la veduta in appiombo fino alla base dell’edificio e di opporsi conseguentemente alla costruzione di altro condomino (nella specie, un pergolato realizzato a copertura del terrazzo del rispettivo appartamento), che, direttamente o indirettamente, pregiudichi l’esercizio di tale suo diritto”.

In buona sostanza, i condomini dei piani superiori devono avere la veduta libera fino alla base dell’edificio e possono dunque pretendere che la struttura sia arretrata fino ad arrivare alla distanza prevista dalla legge.

Ma non finisce qui.

Il condomino che ha visto pregiudicato il suo diritto di veduta ha diritto anche un risarcimento, che gli dovrà essere riconosciuto senza che sia necessario fornire una particolare prova del danno subito.

Secondo la Cassazione, infatti, “in caso di violazione delle distanze tra costruzioni si determina l’asservimento di fatto del fondo del vicino o la limitazione di una servitù a suo favore, sicché il danno deve ritenersi “in re ipsa”, senza necessità di una specifica attività probatoria”.

In conclusione, chi vuole godersi il giardino e vuole installarvi una struttura deve fare attenzione a rispettare le distanze e a non pregiudicare i diritti dei suoi vicini, se non vuole rischiare una causa per danni che, con ogni probabilità, lo vedrebbe soccombente.

Avv. Mauro Sbaraglia