Assegno divorzile e disparità di reddito

Il fatto che tra due ex coniugi sussista una notevole disparità di reddito non giustifica, di per sé sola, l’assegnazione di un assegno divorzile al coniuge “economicamente” più debole.

È questo, in buona sostanza, il principio espresso dall’ordinanza n.7596/22 della Corte di Cassazione.

La causa era stata introdotta da una donna, che chiedeva l’attribuzione di un assegno di mantenimento all’ex marito e che fondava la sua richiesta sul notevole divario economico esistente tra i due.

L’uomo godeva infatti di un reddito mensile di € 3.100, di un notevole TFR ed era proprietario di tre immobili; la donna, invece, aveva uno stipendio di € 1.600 ed era proprietaria solamente del 50% della casa familiare.

Questa disparità non basta però a legittimare il riconoscimento di un assegno divorzile.

Secondo la Cassazione, infatti, “la differenza reddituale tra gli ex coniugi non legittima di per sé sola il riconoscimento dell’assegno divorzile dovendo accertarsi dal giudice di merito se quella sperequazione sia conseguenza di scelte maturate durante la vita matrimoniale dalla coppia nella distribuzione dei ruoli, in esito alla quale il coniuge richiedente, economicamente più debole, rinunciando anche a proprie aspettative di crescita professionale, abbia contribuito alla formazione del patrimonio familiare e di quello dell’altro coniuge, avuto riguardo alla durata del matrimonio ed all’età dell’avente diritto”.

In parole povere, come ho già segnalato in passato, il soggetto che chiede l’assegno non può limitarsi a riferire che l’ex coniuge dispone di un reddito maggiore, ma deve anche dimostrare che la disparità economica sia il risultato delle rinunce ad occasioni di lavoro, di carriera, ecc. effettuate a beneficio della famiglia durante il matrimonio.

Dal momento che, nel caso di specie, la signora non era riuscita a dimostrare di aver sacrificato la propria carriera a beneficio della famiglia, la sua richiesta di assegno divorzile è stata respinta.

Avv. Mauro Sbaraglia

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